L'impresa richiedeva però lauti investimenti e molti fondi. Questo problema fu risolto da Almerico da Schio con la creazione di una società privata nel 1892, la Società per la costruzione e l'esercizio della prima aeronave finanziata da fondi propri e da oltre 300 soci partecipanti all'impresa. Vi parteciparono inoltre i Ministeri del commercio, dell'industria e della guerra, finanziando 1.600 lire, concorsero alla realizzazione delle apparecchiature necessaria per la produzione di idrogeno in loco e contribuirono alla costruzione dell'involucro. In totale l'impresa costò 150.000 lire.

Nonostante innumerevoli fallimenti, Almerico da Schio continuò nell'impresa modificandone i progetti finché, dopo aver risolto molti problemi, nel 1905 riuscì ad effettuare il primo volo. Dopo aver effettuato il primo volo assicurato ad una fune il 17 giugno 1905, il 21 dello stesso mese venne eseguito il primo volo libero sul quale A. da Schio scrisse: "...l'aeronave partiva libera in direzione sud sud-ovest. Salita di circa 400 metri si dimostrava ubbidiente alla mano del pilota e descrisse sui tetti di Schio numerose volute in tutti i sensi...". Il pilota di questi primi voli fu Ettore Cianetti, della Brigata Specialisti del Genio di Roma. Il primo luglio 1905 la Regina Margherita si recò in visita a Schio per assistere ai voli del dirigibile. Anch'essa partecipò alle spese di realizzazione con un finanziamento di 3.000 lire.
L'"Italia" presentava un involucro senza struttura interna di irrigidimento, lungo poco meno di 38 metri, e conteneva 1208 metri cubi di idrogeno. Presentava innumerevoli innovazioni tecnologiche poi brevettate da A. da Schio, come ad esempio una fascia elastica di gomma per permettere di aumentare il volume dell'involucro e di renderlo indeformabile al variare della quota di volo e della temperatura. Oppure gli aeropiani ( chiamati anche timoni di profondità), siti in prua e in poppa della navicella, costituiti da superfici dal profilo arcuato ad inclinazione variabile rispetto alla linea di volo, che permettevano di dare maggiore stabilità e governabilità al dirigibile.
Successivamente ai primi voli, l' "Italia" venne equipaggiata con un nuovo motore italiano di maggior potenza, vennero realizzate alcune modifiche progettuali e continuò a volare fino al 1909.
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